Sono trascorsi circa quattro secoli da quando, per la prima volta, Guardia Sanframondi, ha
festeggiato l’Assunta con “riti di penitenza”. Si tratta di una manifestazione religiosa che ha luogo, ogni sette anni, nella prima settimana successiva al 15 di agosto: i quattro rioni del paese si riuniscono in un lungo corteo per rievocare e riproporre i “misteri”, momenti di vita religiosa che riproducono avvenimenti e scene di vita di personaggi del Vecchio e del Nuovo Testamento.
Alla processione, che ha reso il piccolo comune del beneventano famoso in tutta Italia,
partecipano circa 400 penitenti: indossano un saio bianco, hanno il volto coperto da un
cappuccio e si flagellano le spalle con catenelle (flagellanti o disciplinanti) o si percuotono il petto fino a farlo sanguinare, con cilicio irti di spilli (battenti). Questo rito di penitenza viene svolto nella chiesa parrocchiale dedicata all’Assunta ed a San Filippo Neri, patrono di Guardia.
E’ da lì che inizia il corteo. A precedere la processione dei battenti, centinaia di figuranti suddivisi in piccoli gruppi, ognuno dei quali è preceduti da un "araldo" che, su di un cartello, indica il tema delle diverse scene rappresentative della vita di Gesù, dei santi e della storia della Chiesa. E poi la volta dei battenti: impugnano nella mano destra una sorta di "spugna" di sughero sulla quale sono conficcati trentatré piccoli aghi e con quella percuotono ritmicamente il petto. Dopo aver inferto alcuni colpi i battenti passano la spugna con gli aghi insanguinati ai coadiuvanti che li seguono e vi versano sopra del vino rosso.
Ma chi ha assistito al rito, racconta che, dall'odore nauseabondo che si spande e che tampona il naso anche a distanza di giorni, potrebbe trattarsi di un miscuglio di aceto, analgesico e disinfettante, utile per lenire il dolore ed evitare infezioni. Il percorso della processione talmente tortuoso, che, nel risalire i numerosi vicoli che caratterizzano il paese, si ha l’impressione di ammirare dall’alto un grosso labirinto. Non passa inosservato, con il trascorrere del tempo, l'andirivieni dei coadiuvanti con le bottiglie di vino: non sanno più chi servire, tante sono le mani che si protendono verso di loro.
Sotto la veste, non più candida, si intravedono le diverse fisionomie dei penitenti: uomini per lo più maturi, talvolta anziani, ma anche giovani, se non proprio ragazzi. Alti, grassi, robusti, magri, bassi o addirittura gracili. Si intuisce anche la presenza di donne: non si flagellano il petto con la spugna, ma percuotono le spalle con le catenelle di lamelle metalliche. Agli spettatori si presentano scene strazianti: schizzi di sangue ovunque, sui cappucci, sul loro corpo, sui battenti vicini e sui coadiuvanti. Il loro sangue lascia il segno anche sulla strada, sui muri e sulla gente assiepata lungo la via. A chiudere il corteo c’è l'Assunta in onore della quale, ogni sette anni, il popolo di Guardia versa devotamente il suo sangue. La statua della Madonna, scortata dai carabinieri in alta uniforme e coperta di monili preziosi, viene portato a spalla lungo tutto il paese dopo aver atteso sette lunghi anni nel suo tempio. I riti di penitenza dei battenti di Guardia Sanframondi sono molto sentiti in paese: la manifestazione religiosa, ogni sette anni, chiama in paese tutti gli emigranti.
Secondo la leggenda, tutto sarebbe iniziato in epoca medievale, quando due maialini, scavando nel terreno, misero allo scoperto una statua lignea della Madonna Assunta. Da allora, come segno di devozione, il paese ricorda l’Assunta. I festeggiamenti durano 7 giorni: durante i primi cinque giorni, ciascuno dei quattro rioni storici del paese (Croce, Fontanella, Piazza, Portella) compie un corteo di penitenza e uno di comunione; il sabato, invece, si svolge la processione del clero.